#psicogeografie: il viaggio continua

Ho scritto altri due articoli per eppen: il primo è un percorso al buio, ispirato all’attraversamento di un tunnel non illuminato lungo la Via Francigena: lo trovate qui. Capita di dover attraversare un buio che sembra non finire mai, di non vederne l’uscita. Che magari e dietro l’angolo.

In quello successivo provo a guardare al mondo dei giovani in questa epoca difficile e complessa: è qui.

Buona lettura, buon viaggio!

Caterpillar girl

“Non capisco cosa mi sta succedendo, sono sempre stata un caterpillar!” dice la ragazza, riferendosi alla sua forza, alla sua resistenza e tenacia.

Caterpillar, come gli enormi mezzi da cantiere. Ma le macchine non sentono, possono solo lanciare piccoli segnali d’allarme, spie luminose per richiamare l’attenzione su ciò che succede dentro. Non importa quanto grande e profondo sia ciò che sta succedendo nel motore, il segnale è comunque piccolo. Finché il gigante di metallo si arresta, non funziona più.

Fuor di metafora, nella vita psichica rischiamo di avanzare determinati, spinti dalla forza di volontà, da un carattere forte, dall’illusione di essere indistruttibili. Non entriamo così in contatto con il mistero che abbiamo dentro, con la nostra meravigliosa fragilità. Ci perdiamo il senso. Per questo Psiche a volte ci ferma. Inizia dandoci qualche timido gentile segnale. Se la ignoriamo, però, il motore si inceppa e ci blocchiamo. Possono arrivare attacchi di panico, depressione, accidia e indolenza, regressioni in vecchie dipendenze, e chi più ne ha più ne metta.

Proviamo invece a fermarci, a contemplare la nostra fragilità.

Un’intervista

L’amico Fabio Regis, compagno di università in Bicocca, ha un programma radio in cui parla di psiche e dintorni.

Ho avuto l’onore di essere il primo ospite della stagione. Qui potete vedere l’intervista

Abbiamo parlato di psiche e corpo, di analisi bioenergetica e di sandplay therapy.

(e fortunatamente non abbiamo iniziato a parlare di musica, visti i gusti che ci accomunavano ai tempi della Bicocca…)

Grazie a Fabio per avermi invitato nei “Salotti della Mente” e grazie a radioactive20068

Seduti, non sedati

Molti di noi si trovano, volenti o nolenti, a lavorare da casa o a stare diverse ore sedute davanti a uno schermo. Questo può essere vissuto come una costrizione. Il che significa sentirsi innanzitutto stretti, legati, vincolati.

Gli esercizi bioenergetici sono stati creati proprio per sciogliere e espandere le nostre contrazioni, sia quelle del momento presente che quelle croniche e che appartengono alla nostra storia di vita.

Abbiamo quindi creato un percorso per chi si trova, forzatamente o meno, a lavorare da casa, ma che ben si adatta anche a chi svolge mansioni sedentarie e passa molto tempo seduto davanti a uno schermo, per professione o studio.

Grazie a semplici esercizi da farsi alla postazione di lavoro o di studio, possiamo scaricare lo stress, mantenere vivo e vitale il proprio corpo, e non restare senza fiato. Una pausa di respiro e vitalità per riprenderci il nostro corpo, la nostra energia e il nostro tempo.

Mettiamo davvero lo smart nel lavoro.

Quando:
5 mercoledì, dalle 13 alle 13.30 a partire da mercoledì 7 aprile

Dove:
sulla piattaforma zoom: chi si iscrive riceverà un link per connettersi qualche minuto prima dell’orario

Quanto:
75€ per il ciclo di 5 incontri

Il percorso, poi, potrà ripetersi, continuare o allargarsi adattandosi alle necessità dei partecipanti.

Qualora qualche azienda volesse proporlo ai propri dipendenti, è anche possibile strutturarlo e adattarlo ad hoc.

info: https://centrodivenire.net/2021/seduti-non-sedati-bioenergetica-per-lavoratori-smart/

iscrizioni: https://centrodivenire.net/contatti/iscriviti-a-un-percorso/

Il buco nero al centro della nostra galassia emotiva. Come tutto gira intorno a un dolore

Una volta – ero ancora uno studente universitario pendolare – sul treno del ritorno, ascoltai mezzo addormentato una ragazza che descriveva a un’amica l’oggetto della sua tesi di laurea: il buco nero che sta al centro della nostra galassia. Allora non ne sapevo nulla, ma la cosa mi colpì nel profondo e evidentemente lasciò una traccia nei miei pensieri.

Ora, ormai molto tempo dopo, mi capita di incontrare persone che hanno, al proprio centro, un buco nero. Come in astrofisica, un buco nero può essere un oggetto anche piccolo, ma di una massa enorme, tale che tutto gira intorno ad esso e tende a esserne risucchiato.

La forza che agisce tutto questo è la gravità, nell’universo, ma anche nostro universo psichico conta quanto è grave, pesante per noi, ciò che ha generato il buco nero. Può essere un evento traumatico, o un trauma ripetuto. Una deprivazione o un’assenza. Un abbandono.

Qualcosa nel nostro universo psichico collassa e si fissa in un punto al centro di noi stessi, e pian piano attira a sé ogni cosa, diventando sempre più pesante, e diventando più pesante aumenta anche la propria capacità di attrarre altri oggetti psichici. Tutto sembra girare, o meglio orbitare, gravitare, intorno a quel nucleo di dolore. Possiamo non pensarci, tentare di distrarci riempendo la nostra agenda di attività e la nostra vita di cose, ma prima o poi, come la proverbiale lingua sul dente che duole, là torniamo, perché tutta la nostra galassia sembra destinata a essere risucchiata da quel buco nero. E ogni tentativo di fuggire a questa attrazione è vano.

Ma cosa è questa forza che trascina tutto e tutto muove? La gravità è una forza che, qui sulla Terra, ci porta verso il basso, come, a livello psichico, fa la depressione. Ma Lowen, il creatore dell’analisi bioenergetica, diceva: “La sola via d’uscita è verso il basso”, ovvero verso la Terra, e grazie al grounding, che ci permette sia di essere più solidi e radicati nella realtà che di scaricare i pesi, anche e soprattutto emotivi, a terra.

Un’altra cosa che succede, quando ci si avvicina a un buco nero, è che il tempo si dilata, e sembra non passare mai. La cosa singolare, è che può coinvolgere anche chi sta vicino alla persona a contatto col suo buco nero: da terapeuta, nonostante la frequenza settimanale, può capitare di aver l’impressione di aver visto una persona molto tempo prima, o solo pochi giorni, e l’impressione è di essere dentro a diverse velocità dello scorrere del tempo, di essere coinvolti dal Kairos di chi ci sta di fronte.

Ma cosa vuole dunque da noi, questo buco nero? Non può semplicemente sparire, auto-risucchiarsi? O non urlare, quando cerchiamo finalmente di prender sonno?

E se volesse semplicemente la nostra attenzione? Se ci chiedesse di starci dentro e non evitare la sofferenza, illudendoci di avere questo potere?

Forse così potremmo aprire e aprirci a altre possibilità (non dimentichiamo che per certa fantascienza i buchi neri sono porte per altri universi!). Le tempeste vanno attraversate, e ogni anno dobbiamo superare l’inverno, per tornare a primavera. Allo stesso modo, quel buco può essere integrato, compreso, nella nostra vita psichica.

La nostra Terra, se restringiamo il campo, è parte di un sistema, e gravita intorno al Sole, che ci dà luce, calore e energia. Non c’è solo il buio, insomma, ma anche una stella intorno a cui girare.

(articolo pubblicato sul Divenire Magazine)

buco
(vignetta trovata qui )

Il sugo & il senso

Ripubblico qui, unendoli, due articoli che ho scritto per il Divenire Magazine (che si trovano qui e qui). Buona lettura!

Il sugo

“Uno che non suona è senza sugo”.

Così diceva un padre al figlio per indirizzarlo verso la musica. In quel caso si trattava di una passione comune, ma al suonare potremmo sostituire una gran quantità di cose: il ballo, la musica, l’arte in generale.

Ma cos’è questo sugo? Cosa rende la nostra vita saporita?

È ciò che ci rende vivi, ciò che ci fa vibrare visceralmente, fino al midollo, come si dice. È quella vitalità che hanno i bambini quando vedono degli amici che giocano al parco, e letteralmente non stanno nella pelle, saltano dalla gioia!

È ciò che ci dà piacere e ciò che ci rende creativi: per Alexander Lowen, il creatore dell’analisi bioenergetica, piacere e creatività sono indissolubilmente legati.

Credo che ognuno possa trovare il proprio sugo preferito, anzi, sono convinto che ognuno di noi ne abbia il diritto! Tuttavia capita che questo diritto venga negato, a volte da noi stessi. Proprio in questo punto, spesso, avviene il lavoro psicoterapeutico: nel risvegliare il bambino naturale in noi, nel ritrovare la gioia e nel riaprirsi al piacere.

Questo, nel lavoro bioenergetico, avviene anche attraverso lo scioglimento di quelle tensioni muscolari che hanno un’origine emotiva e che creano una vera e propria gabbia in cui siamo prigionieri senza rendercene conto. A volte, questa gabbia può essere d’oro, o avere la forma di una corazza che abbiamo indossato, nostro malgrado, per difenderci. Ma, ahinoi, quanto pesa ora!

Nella psicoterapia si impara a spogliarci di questa armatura, a sciogliere la gabbia, a liberarci e a recuperare la nostra vitalità.

Non si tratta di una lotta, ma di una resa al proprio corpo: la via alla gioia.

L’alternativa, spesso, è una pasta in bianco.

Il senso

A volte penso se tutto questo ha un senso…

In che senso?

Nel senso, questo: la vita. La vita ha un senso?

Dicevo, in che senso “penso”?

Nel senso che ci penso, spesso, al senso.

Ah. Davvero?

Certo!

Ma non ha senso…

Cosa? La vita? Vivere?

Ma no, pensare al senso.

In che senso?

Nel senso che se ci pensi, non arrivi al senso della vita, al massimo al suo penso. Quindi: la vita ha un penso?

Che peso…

Esatto! Pensare significa, alla lettera, pesare. Sicuramente la vita ha un peso, direttamente legato alla sua gravità.

Ma il senso…

Il senso non lo pensi, lo senti. Comprendi?

Non penso…

Bene, la strada è quella giusta. E, a proposito di strada, come dovrebbe essere la vita: a senso unico? Alternato? O ci vedi un doppio senso, magari spiritoso, magari pungente?

Aspetta… mi sono perso…

Ottimo, immagina di essere in un territorio sconosciuto (la vita?), perso. Il pensiero, la testa, può darti la mappa, ma il sentire, il cuore, quello è la bussola, e ti dà il senso, la direzione.

Ok, ma non mi hai risposto…

Perché non c’è una risposta. Qual è il senso della vita? La sua direzione, la sua via: il movimento, crescere, divenire.

Cosa succede in psicoterapia?

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Spesso chi non si occupa di psiche fa fatica a immaginare cosa succede in psicoterapia: l’immaginario collettivo è ricco di lettini freudiani e situazioni da Woody Allen (e molti hanno visto In treatment), ma il mondo delle psicoterapie è così vario e ancora sconosciuto che è facile fare confusione. Per fare un po’ di chiarezza arriva un ottimo libro di Costanza Jesurum (Dentro e fuori la stanza. Cosa accade a chi fa psicoterapia oggi – Minimum Fax, 2017), autrice anche del blog beizauberei.

Riporto di seguito una citazione della parte centrale del libro, dedicata a cosa succede in terapia e a come e quando scegliere di iniziare un percorso psicoterapeutico:

“il benessere psichico non equivale a essere costantemente felici, quanto, in un certo senso, a essere il più liberi possibile […] perché la psicopatologia è quella cosa che interviene quando non operiamo [delle] scelte per una valutazione realistica dei vantaggi o delle conseguenze, né per una genuina adesione o a una norma etica condivisa, ma perché siamo obbligati da una sorta di maligno suggerimento interno. Per capire questo è utile soffermarsi sull’epistemologia del sintomo psichico. Il sintomo è un comportamento che si ripropone e che ha il pregio di denunciare uno stato globale di malessere, viene alla luce per dire alla persona che c’è un problema da risolvere. […]
Il sintomo è in generale tanto più invalidante e problematico quanto più rappresenta la risposta che la psiche usa per reagire a una sfida emotiva, o a passaggi evolutivi che per esempio non è in grado di sostenere. Sintomi gravi e potenti […] si prendono tutti i campi della vita e fanno si che ci si occupi solo di loro stessi […]. Sintomi di medio raggio magari non impediscono del tutto una vita piacevole, ma limitano di fatto il campo di azione e di esperienza – storie emotive che impediscono le relazioni, vicende psichiche che portano a comportarsi sul lavoro in una maniera tale che poi non vi è mai alcuna promozione. Dunque la psicoterapia è quella cosa che serve ad allargare il campo d’azione che il sintomo psichico restringe. Non ci consegnerà alla tragedia, non ci consegnerà al paradiso, ma ci farà stare al mondo con più cose.”

Questo mi riporta alla mia esperienza di psicoterapia e a come il lavoro su di me e con il corpo mi abbia aperto molte porte. Lowen, creatore dell’analisi bioenergetica, diceva che se tutti sappiamo che se non respiriamo moriamo, difficilmente riconosciamo che se respiriamo meno, viviamo meno. In questo senso riconosco che l’analisi bioenergetica mi ha salvato la vita: senza non sarei morto, ma sicuramente sarei meno vivo!

Prossimi appuntamenti e progetti per il futuro

Martedì 6 marzo (19.30 – 20.45) si concluderà un ciclo di esercizi bioenergetici presso Yoga Bergamo: una buona occasione per chi non ha mai provato la bioenergetica per fare una prova gratuita prima dell’inizio del nuovo ciclo, che sarà il martedì successivo.

Mercoledì 7 marzo (20.30): ultimo degli incontri al Centro Culturale di Brusaporto. Si parlerà di dipendenze, vecchie e nuove.

Giovedì 15 marzo: Psicoaperitivo al Macondo. Il tema di questa serata sarà il sogno: semplice “salvaschermo” del cervello o messaggio dal profondo?

Il sogno sarà anche protagonista di un laboratorio di 3 ore presso il Centro Divenire, a presto i dettagli!

Appuntamenti

Questa sera inizia il ciclo di incontri presso il Centro Culturale di Brusaporto.

Ecco di seguito un calendario dei prossimi eventi da me condotti:

  • dal 23 gennaio tutti i martedì 19.30 -20.45 ciclo di classi di esercizi bioenergetici @ Yoga Bergamo
  • 25 gennaio 20.00: Psicoaperitivo: Il corpo (non mente) @ Blah blah – Torino
  • 31 gennaio 20.30 – 22.30 Incontro: Stress, ansia e panico @ Centro Culturale – Brusaporto
  • 3 febbraio 10.00 – 17.00 L’Inizio: Laboratorio esperienziale psicocorporeo @ zhi – Seriate
  • 16 febbraio 20.30 – 22.30 Presentazione gratuita di un percorso di pratica bioenergetica @ Jera – Bonate Sotto
  • 21 febbraio 20.30 – 22.30 Incontro: La depressione e il corpo @ Centro Culturale – Brusaporto
  • 27 febbraio 21.00 – 23.00 Incontro: Bioenergetica e… @ Istituto Kuan – Milano
  • 7 marzo 20.30 -22.30 Incontro: Dipendenze vecchie e nuove @ Centro Culturale – Brusaporto

…e altri ancora da definire!

A presto, per info e varie contattatemi: 333 5458705 – claudioagosti@yahoo.it

Claudio

Sentirsi bene: il benessere di corpo e mente

4 incontri per conoscersi nell’unità di corpo e mente

Nel corso dei prossimi mesi terrò 4 incontri gratuiti presso il Centro Culturale di Brusaporto, in provincia di Bergamo. Punto focale degli incontri sarà il rapporto fra corpo e mente, considerati separati nella nostra società, ma in realtà parte di un’unità funzionale.

Nell’ottica psicocorporea corpo e mente non sono separati, pertanto ciò che succede nella dimensione corporea si riflette in quella mentale, e viceversa. Nella filosofia ermetica, allo stesso modo, si dice: “Ciò che è in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è in basso per fare i miracoli di una sola cosa.”

Nello specifico, i 4 incontri si rivolgeranno a un argomento in particolare: il rapporto fra corpo e mente (17 gennaio); le problematiche legate all’ansia (31 gennaio); la depressione e il suo rapporto con il corpo (21 febbraio); le dipendenze, dall’abuso di sostanze al rapporto con i social network (7 marzo). Tutti gli incontri, gratuiti, si terranno al Centro Culturale di Brusaporto, alle 20.30 e comprenderanno anche una parte di esperienza corporea.conferenze brusaporto A5Scarica la locandina